Le piazze a Venezia si chiamano ‘campi’, ci ricorda che una volta Venezia non era pavimentata, si camminava sulla terra e sull’erba. Nei campi si coltivava, si facevano pascolare gli animali, secondo Elisabetta Tiveron (Il quaderno degli Orti Veneziani). Come in altre città, l’agricoltura a Venezia era una necessità.
Ci sono giardini pubblici e privati ma credo che oggi ci sia solo un campo non pavimentato a Venezia, il campo di San Pietro sull’Isola di San Pietro, all’estremità occidentale della città. Qui c’è l’erba non falciata, ci sono alberi giovani e vecchi, cani inseguono bastoncini e panchine su cui sedersi and guardare. Anche ci sono un campanile pendente e una basilica, San Pietro di Castello, che era stata fino al 1807 la cattedrale del patriarcato di Venezia.
È in questo campo, una serrata a settembre, dopo aver visitato la Biennale Arte all’Arsenale, che inizio appunti dai campi: una raccolta di pensieri su Venezia, la lingua e altre cose italiane.
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al mare
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di cibo e terra
l’8,53
all the world’s futures
cercare di non essere un turista a Venezia
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campo di San Pietro