Di recente ho riscoperto una scatola di documenti dal mio primo viaggio in Europa come saccopelista nel 1975. Nella scatola c’erano cartoline, lettere, mappe di città, un diario di viaggio e altri ricordi come biglietti di museo e di treno e la mia carta di YHA. Loro devono essere stati importanti altrimenti non li avrei custoditi per quaranta anni. Le cartoline e le lettere sono quelle che ho mandato alla mia madre. Quelle che ho mandato ai miei amici, non ho visto mai ancora. C’è solo un poco scritto nel mio diario, non ero bravo a mantenere un diario in quei giorni. Non ci sono foto. Ho viaggiato in Europa con tre rullini, ma non ho neanche scattato una foto. Perché? Prima di ciò, avevo solo «visto» Europa dalle foto e dai film, allora quando era lì, in piedi davanti a una chiesa splendida o in una piazza famosa, scattare una foto mi è sembrata un po’ ridicolo. Avrebbe significato la sostituzione di un’immagine per la vera cosa.
Ho viaggiato in Europa sei settimane prima di arrivare a Roma, il 21 gennaio, 1976. Immediatamente era sopraffatto della città: dell’architettura, della Roma antica, della vivacità di Roma. Ho scritto alla mia mamma «Roma è la più meravigliosa città! È più bella e più interessante di Parigi. Non riesco a credere come mia passione per l’architettura è stata stimolata! Se fossi venuto qua poco dopo ho lasciato l’università nel 1970, la mia vita sarebbe stata differente…» (Il sogno di un passato differente!)
Oggi mi ricordo quasi tutto della mia prima visita a Roma, particolarmente la scoperta dell’architettura. Ho visitato il Campidoglio tre volte, ho vagato per il Foro Romano, sono andato a vedere il Palazzo Farnese, il Colosseo, San Pietro e San Clemente, Trinità dei Monti e molti altri, e tutti in una settimana. Era inverno, c’erano pochi turisti a Roma. Mi ricordo anche che sono andato al cinema a Trastevere con due altri australiani per vedere un film di ‘Pink Panther’. Gli italiani hanno parlato costantemente durante il film e hanno fumato nel cinema! Noi eravamo gli unici a ridere.
Avevo immaginato il viaggio sarebbe l’occasione per un nuovo inizio. Al tempo ho pensato che fosse la cosa più importante che abbia fatto nella mia vita adulta, ma quando sono tornato in Australia, ero presto di nuovo nella mia vita precedente. Nessuno dei miei amici era stato in Europa e i miei viaggi non erano interessanti a loro affatto. Non sono tornato in Europa fino a quindici anni più tardi. Questa volta era davvero l’occasione per «un nuovo inizio».
A Roma nel 1976 ho vista tutto lì per la prima volta. Questo era vero ovunque sono andato in Europa, ma a Roma ero così consapevole di questa ‘prima volta’. Era quasi come un pellegrinaggio. Scalare la cordonata verso il Campidoglio, per esempio, dopo aver letto tanto su questa piazza famosa, ero pieno di anticipazione, ero consapevole di ogni passo.
Naturalmente non si può avere l’esperienza di vedere qualcosa per la prima volta più volte. Nonostante, si può ricordare quest’esperienza intensa la seconda volta, è quasi come la «prima volta ancora». Si può ricordare anche come la sua vita era in quel momento. Fino a tempi recenti ci sono stati molti anni tra i miei viaggi a Roma: 15 anni tra la prima volta e la seconda, 13 anni tra la seconda e la terza. Ogni nuovo viaggio era l’occasione per ricordarsi la persona che ero stato di prima e per riflettere sulle cose che ho imparato il viaggio scorso.
Penso che i ricordi del luogo siano margottati, ogni visita aggiunge al ricordo della visita precedente, tanto che quasi niente è perduto, quasi niente è sostituito. Inoltre, nessuna visita è semplicemente una ripetizione, perché ci sono nuovi modi di vedere il familiare, c’è sempre più per comprendere, ci sono nuovi livelli di comprensione.
Durante il viaggio l’anno scorso a Roma ho visitato Ostia Antica per la prima volta. Era consapevole che stavo vedendo Ostia per la prima volta ma anche mi ho sentito che «sono stato qui prima». In parte, era perché avevo visitato il Palatino e il Foro Romano alcune volte e ho avuto una familiarità con le rovine di Roma antica, ma era anche perché vedere qualcosa per la prima volta, mi ricorda delle tutte altre «prime volte», mi sento ancora questa sensazione speciale di essere in un luogo completamente nuovo, la stessa sensazione mi ho sentito a Roma nel 1976.