#4 prime impressioni

Arrivo a Casaprota un bel pomeriggio: ci sono un sole d’oro, una brezza leggera,e  rondini svolazzando sopra il giardino del palazzo.

Ammaliato, sto in piedi in giardino, il paesaggio davanti a me è quasi troppo bello, quasi incredibile. Continuo a dire, «Questo è così bello!» I miei ospiti, abituati alla reazione dei visitatori nuovi, mi portano dentro per vedere il palazzo.

Alcuni giorni dopo, ancora totalmente ammaliato del paesaggio, mi chiedo come i Casaprotani vivono con questa bellezza? Diventa solo familiare a loro, o ogni mattina quando si svegliano, si sentono specialmente fortunati? Federico mi dice appassionatamente che questa vallata è «la più bella in Italia». A me è più di una vallata, vedo anche montagne, e meravigliosi villaggi medievali e rinascimenti appoggiati sulle colline. Penso che lui abbia ragione, non riesco a immaginare un paesaggio più bello.

È ovvio che la geografia soffra d’influenza centrale per il senso d’identità dei Casaprotani. Camminando per il paese si vedono molte viste del paesaggio, e ci sono così molti punti di riferimento nel paesaggio, si sa sempre, dove ci si trova.

Non ci sono molti paesi o villaggi appoggiati sulle colline in Australia, era più comune costruire un paese vicino a un corso d’acqua. Per me un altro aspetto importante di Casaprota è che gli edifici sono fatti di pietra, sembrano massicci e stabili ma chiusi. Le strade e piazze sono comuni, le case sono veramente private – anche i giardini sono circondati dietro alti muri spessi. Mi sembra che le zone pubbliche e private siano strettamente separate.